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17 Ottobre 2018 ore 20.45

Teatro Giacosa, Ivrea

Petra Magoni - Orchestra di Piazza Vittorio

Il Don Giovanni di Mozart


con Simona Boo, Hersi Matmuja, Mama Marjas, Evandro Dos Reis, Omar Lopez Valle, Houcine Ataa, Pino Pecorelli (contrabbasso), Leandro Piccioni (pianoforte), Ernesto Lopez Marurell (batteria), Emanuele Bultrini (chitarre), Andrea Pesce (tastiere)
regia Andrea Renzi
light Daniele Davino
CORVINO PRODUZIONI


Al centro del nuovo lavoro dell’Orchestra di Piazza Vittorio – prodotto dalla Accademia Filarmonica Romana e dal Festival Les Nuits de Fourvière – c’è l’idea di un Don Giovanni androgino, affidato alla voce femminile di Petra Magoni, indimenticabile Regina della notte del Flauto magico mozartiano nella prima produzione dell’Orchestra. Da questa idea si svilupperà la drammaturgia musicale, il filo con cui tessere una variante contemporanea del mito settecentesco. Una visione “altra” del protagonista che apre ad una diversa lettura dei rapporti tra i personaggi. Firmano la regia Andrea Renzi e Mario Tronco, mentre le elaborazioni musicali saranno affidate a Leandro Piccioni, Pino Pecorelli e allo stesso Mario Tronco. Nel cast anche Mama Marjas, cantante reggae molto applaudita nel ruolo di protagonista della precedente Carmen, insieme a Hersi Matmuja, Evandro Dos Reis, Omar Lopez Valle, Houcine Ataa e, alla prima collaborazione con l’Orchestra, Simona Boo, dal 2015 vocalist dello storico gruppo napoletano dei 99 Posse.
La corrispondenza tra l’approccio ludico che l’Orchestra ha con la musica classica, uno stile che porta oltre l’idea tradizionale di generi musicali, e questa ipotesi di lavoro è un’indicazione che pone l’accento su come il divertito abbattimento di ogni confine di genere e l’espansione dei limiti dell’eros possano creare nuova possibilità di indagine del dramma giocoso di Mozart, a partire dall’intuizione profonda dell’identità tra la natura della musica e il flusso vitale.
Don Giovanni, come un redivivo Cab Calloway in un immaginario Cotton Club, in un’ambientazione dal gusto anni ’20 ma anche fortemente contemporaneo, dirige la sua orchestra e il suo destino in una pulsione di libertà e perdizione. Un luogo carico di energia, luce e vita dove i musicisti, posti su appositi piani sfalsati in altezza, che delimiteranno uno spazio a sviluppo circolare tagliato da una parete di pannelli specchianti, si muoveranno protagonisti nelle loro fughe musicali ed esistenziali.

 

 

 

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